mercoledì 1 ottobre 2008

Capitolo diciassette: Qasatacapalaranamahadaga

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Il resto è puro delirio.
Mi ritrovo a casa, senza la pallida idea di come esserci arrivato. Un attimo prima, sono lì pronto a collassare. Un attimo dopo, ed eccomi nel mio letto. Tutto così, senza soluzione di continuità tra una scena e un'altra, esattamente come se qualche invisibile Signor Regista avesse deciso, a un certo punto, di eliminare le parti poco interessanti e prodursi in un bel cut.
Aspetto la mattinata, poi chiamo Eco. Gli dico che mi è successo qualcosa, mentre ero via. Che non so bene nemmeno io cosa, non lo ricordo.
Mi dice di aspettare un paio di giorni. Un paio di giorni e ci troviamo.

"Eco, io ho bisogno di capirci qualcosa ADESSO"
"Un paio di giorni, Hanuman. Vedrai che scorreranno veloci"

Eccome, se scorrono veloci.
I due giorni successivi cadono a piombo in una giostra di piccole formalità che non faccio in tempo a sbrigare, amici che non faccio in tempo a sentire, perfino qualche puntata di Torchwood che non faccio in tempo a vedere.
Di nuovo, il Regista Invisibile opera dei tagli necessari a tener viva l'attenzione. Così, mi ritrovo, come se nemmeno fossero passati dieci, quindici minuti. Un mucchio di passato alle spalle, un presente sbigottito e un futuro che non se la passa troppo bene.

Eco e io parliamo nel solito bar. Anche la sensazione a guardar fuori dalla vetrina, è la solita. Una boccia per pesci, in cui centinaia di volti si fanno largo l'uno addosso all'altro, correndo, salutando, ripetendosi e ripetendo sempre le stesse parole.
Eco ha un tempismo straordinario, nello scegliere di darci appuntamento sempre a un'ora in cui qui non c'é quasi nessuno. Fortuna da cospiratore, la chiama. Mi piace molto, come termine. Fortuna da cospiratore.

"Quindi li conoscevi?"
"Qualcosa", risponde Eco, con un tono che sembra sottointendere tutto.Manda giù un sorso di una qualche strano the aromatizzato, in una tazza marrone, un po' sbreccata, incompatibile all'aria sofisticata che gli piace assumere sempre.
"Ho conosciuto Araba Fenice, non appena si era unita ai Poeti Estinti. Saranno stati un po' di anni fa, ed ero ancora confuso", continua lui.
Poi resta in silenzio, dandomi la sensazione strana di voler aggiungere qualcos'altro, senza poterlo fare.

Rimaniamo un po' in silenzio."Cosa credi che mi stia succedendo?"
Si stringe nelle spalle, cercando nel fondo della tazza un qualche oracolo che gli suggerisca come attaccare il discorso. Un lenzuolo azzurro sventola da una bancarella sulla strada proprio davanti a noi. Visto da qui, assomiglia a una specie di vela e, non so perché, mi provoca una strana via di mezzo tra invidia e nostalgia.
“Questa è una risposta che non posso darti. Tu stesso mi hai impedito di farlo”

Rimango a guardarlo come uno stupido, condizione a cui mi sto inesorabilmente abituando.
"Scusa Eco, ma che cazzo stai dicendo? Se ti ho chiamato due giorni fa, è stato proprio per farmi spiegare da te che cosa sta succedendo”
"Ascoltami bene. Può darsi che tu non lo stia percependo ora, ma hai infranto tutte le regole del gioco. Una a una"

Resto in silenzio per un bel po’. Mi vengono in mente un paio di cose da dirgli, ma richiudo la bocca in tempo.
“Cosa intendi, per regole del gioco?”

Eco si sporge lungo il tavolo. Per la prima volta, lo vedo fare attenzione alla possibilità che ci stia ascoltando qualcuno… e anche un ruga di preoccupazione, che non mi fa presagire nulla di buono.
“Intendo che quello che stai facendo è molto pericoloso. E tu lo fai a cuor leggero, senza nemmeno rendertene conto. L’unica cosa che posso fare, è raccontarti una storia. Poi, trai tu le tue conclusioni”

“Va bene – dico alla fine – Va bene, raccontami la storia”

Eco rimane a cincischiare con la sua tazza sbreccata. Ne accarezza l'orlo e agita quel che c'è rimasto dentro. Per una volta, più he teatralità sembra sincero imbarazzo, difficoltà nel trovare le parole giuste. Non proprio la norma, per lui.
"Una volta fecero uno strano esperimento con Kafka. I primi Narratori Criminali"
"Con... Kafka?"
" Al buon Franz venne comunicato che su di lui pendeva un processo, senza specificare i capi di accusa né nient'altro. Lo tormentarono per mesi. Il Processo... l'hai letto, vero? non è propriamente un romanzo. E' più un diario"
"Ma perché una cosa simile?"
"Come ti ho detto, fu un esperimento. Volevano vedere cosa succede, quando immergi qualcuno in una situazione da romanzo. Cosa ti rende umano, Hanuman? La percezione della realtà attorno e dentro di te, ti rende umano. Nient’altro. Quando la realtà attorno a te è pura finzione letteraria… allora anche tu diventi il personaggio di un racconto”

"Aspetta", dico dopo qualche minuto "Vuoi dirmi che volevano trasformare Kafka in un personaggio letterario?"

Eco non risponde subito. Le vele azzurre continuano a sbattere sulla bancarella della strada di fronte, e la sua voce non arriva.
La sento dopo una pausa che sembra essere durata ore, proprio quando mi volto per spezzare il silenzio.
"Quello che i Narratori Criminali hanno sempre voluto fare è stato questo, se ci pensi. Prendere il controllo della propria trama"
"E questo cosa c’entra con me?"
"Lo vedrai - commenta Eco con un sorriso – Tu sei un pazzo, Hanuman. Un pazzo pericoloso. Posso dirtelo solo ora, che siamo in uno strano spazio neutro all’interno della storia”
"Eco… per piacere, piantala un attimo di fare l’uomo del mistero e spiegati meglio"
"Lo vuoi davvero? Bene, lo farò".

Quando alza il sopracciglio e la bocca si piega in un sorriso così secco da sembrare una ruga, mi sento d'essere del tutto l'idiota che giustamente sono.
"Presto, scriverai della nostra conversazione sul tuo blog. Qualcuno, in un commento, ti dirà di cercare un certo Von Beck. Uno che conosce bene gli eggregori e che può darti una mano nel tuo piano assurdo di uccidere Michael Jackson con una macumba letteraria". Si ferma solo un attimo, per controllare le mie reazioni. Nessuna, sto ad ascoltarlo e ho paura, sì. Molta paura.
“Allora – continua lui – ti metterai in cerca di Von Beck. Seguirai un percorso. E questo percorso ti porterà a fare esperimenti. Esperimenti strani come quello su Kafka. E ti renderai conto di quanto possano essere agghiaccianti”
“Oppure – commento con un sorrisetto che non vorrebbe essere così tremante – se qualcuno mi nomina questo Von Beck, potrò fargli una bella risata in faccia e continuare sulla mia strada”
“No, Hanuman. In un racconto, il libero arbitrio non esiste. In realtà tu stai già cercando Von Beck. E tra pochi giorni, ti rivolgerai a me come se questa conversazione non fosse mai avvenuta”

Respiro a pieni polmoni, lasciando passare il momento in cui il cameriere viene a prendere la tazza di Eco. Io non ho preso niente e me ne pento: vorrei mangiare come un maiale, solo per sentire il sapore del cibo sotto i denti, masticarlo, sentirlo croccante e fisico, mentre mi scende nello stomaco.
Però non ordino nulla.
"E a Kafka cosa successe? E' morto e sepolto, e non mi pare sia diventato il dio degli Impiegati Angosciati"
"La sua metamorfosi durò molti anni e fu quasi impercettibile per la maggior parte delle persone. Ti assicuro che siamo in pochi a sapere che non era la tubercolosi, il motivo per cui non riuscì a dire più una parola, prima di morire..."
Si alza e prende la giacca. Sempre lo stesso segnale per dirmi che la conversazione sta finendo.

"... semplicemente la voce era diventata lo stesso ronzio di uno scarafaggio"

7 commenti:

Tiziano De Martino ha detto...

Letto! uno dei primi come sempre. Ho pubblicato per intero la prima parte del mio racconto, quando e se lo leggerai (capisco che la lettura su monitor è un pò faticosa)mi farebbe piacere cosa ne pensi. Ciao grazie e avanti tutta!!!

Fabrizio ha detto...

Hanuman, con calma e gesso sto recuperando le puntate precedenti. Ma servirebbe un maledetto Wiki di riassunto, cavolo.

Anzi, il riassunto sono sicuro che già c'è. Perchè più lo dico, più lo scrivo, più questo diventa reale.
Quindi vado a leggermi l'Hanuman Essential Reading... :D

Fab

Cristiano Brignola ha detto...

@Tiziano: Grande! Non è la lettura su video a spaventarmi, solo il periodo un po' caotico, causa della mia presenza discontinua anche sul mio stesso blog :|. Ora che comunque tutto sembra calmarsi, recupero a cominciare dal romanzo online.

@Fabrizio: Eh, sei già entrato nello spirito :D
Va da sé che, se non riesci a trovare il riassuntone, la colpa é degli Agenti della Coerenza... :P

Unknown ha detto...

bè, almeno nel tuo caso al massimo diventi una scimmia, sempre meglio di uno scarafaggione...
;-)

Anonimo ha detto...

Il Signore è il mio Narratore, non manco di nulla. Una mia amica mi dice di farti sapere che le funzioni corporali nei racconti non si vedono quasi mai, stai attento che non ti venga un blocco intestinale.

Anonimo ha detto...

Hanuman, ti scrivo qui perché non ho altri modi per contattarti.
Dovresti cercare Von Bek - non so con che nome passi di questi tempi.
Hai degli amici dalle parti di Castel San Pietro che dovrebbero essere in grado di aiutarti.
Cerca Von Bek.

Un'altra cosa: fossi in te, mi guarderei da Eco.
Non è quello che sembra.

Tiziano De Martino ha detto...

GRAZIE PER IL COMMENTO come sempre costruttivo sul mio romanzo. A dirti la verità mi ero posto il problema della voce narrante che racconti stati d'animo di persone che conosce appena, ma King o non King certe cose mi sfuggono perchè non sono uno scrittore, non ho la preparazione adatta e scrivo in tempi ed in luoghi diversi (anche in sala operatoria dove lavoro!). Comunque vedrò di ridare un'occhiata al capitolo 1.8 e ti faccio sapere. In attesa di Capitolo 18 tuo a breve l'inizio della seconda parte del mio. Ciao e come sempre in gamba e buon lavoro.