sabato 5 luglio 2008

Capitolo sei. Damanacaparadalasataza

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Eco resta perplesso.

Siamo in uno di quei caffé in via Zamboni, quello greco vicino all'università. Ci sono andato solo una volta prima d'ora. E' stato un mucchio di tempo fa, con una mia amica, chiacchierando dell'argomento su cui avrei fatto la tesi.

(All'epoca, avrei voluto discutere tutti quei film-libri-spettacoli in cui la realtà si fonde con l'immaginazione. Tipo The Blair Witch Project o La Guerra dei Mondi per radio, di Orson Wells. Poi cambiai completamente rotta, andando a impelagarmi nella Divina Commedia di Go Nagai)



Non è cambiato nulla, da che sono stato qui l'ultima volta. Ma solo perchè è stato così tanto tempo fa, e mi ricordo così poco, che potrebbe invece esser cambiato tutto. Eco guarda la stampa di quello che ho partorito nel Rituale di Babele, assorto.

La legge e la rilegge, borbottando parole fra sé. Completo bianco, occhiali tondi da sole e capelli lisci decolorati, Eco è una versione un po' più giovane di Andy Warhol. Ha solo il naso più affilato e le sopracciglia non così spesse.



"Tagliamo tutti i pezzi sensati del discorso. Qui è dove cercavi di restare controllato, non ci interessano".
Corruga la fronte. Sorseggio un the freddo, non sapendo bene se dovrei dire qualcosa o meno.
"Hic sunt leones... è come venivano indicate Asia e Africa nelle mappe romane. Nessuno sapeva bene cosa ci fosse. Scrivevano che c'erano i leoni, per dire che c'era anche molta altra roba di cui erano all'oscuro"
"Quindi sarebbe, tipo..."

"Forse un modo inconscio per dire che ancora non hai una grande idea di dove vai. Deks Troy non ti fa invece qualcosa di simile a Destroy? Anche una glossolalia che scrivi a un certo punto, questo djsytnziome, ha una certa assonanza sia con distruzione che distinzione"

Rimane per qualche momento senza parlare. Intanto, fuori, il caldo ha azzerato la presenza umana nell'arco di qualche metro. Tutto sembra dare quell'effetto da film di fantascienza anni Cinquanta, con la gente nei bunker, al sicuro dalle mortali radiazioni solari.

"La distruzione è il modo con cui il mondo cambia - riprende Eco - Solito vecchio discorso. Occorre demolire lo status quo, per far nascere o evolvere qualcosa di nuovo. Quindi, magari tutti questi accenni alla distruzione non sono troppo negativi. E' come la Morte nei tarocchi"
"Non è molto rassicurante"
"Nulla di quello che facciamo lo è, abituatici. Comunque, il fatto che sia una parola che assomiglia anche a distinzione, sembrerebbe darmi ragione"

"Beh... fico". Non ci sto capendo un cazzo e sono maledettamente confuso.

"Mi stai seguendo?"
"Certo!"
Non l'ho rassicurato nemmeno per sbaglio. Alza un sopracciglio più con la forza del suo scetticismo che con quella dei muscoli facciali.


"Sai chi era Hanuman?", mi chiede poi.

"Un dio scimmia indiano, giusto? Non è quello che accompagna il Monaco in Occidente? Ho fatto i compiti.... Viaggio in Occidente è nella mia top ten"
Anche stavolta Eco fa una faccia strana. Non so definirla. Non riesco a capire quanto mi sembri arrabbiato o semplicemente preoccupato.
"Sì... imprigionato dagli dei per la sua disobbedienza e costretto ad accompagnare Tripitaka, il Monaco. E a diventare un Buddha", aggiunge. Le sue parole hanno una gravità che mi lascia lì, indeciso se prendere tutto sul serio o liquidarlo in battuta.

"Grande! vuol dire che diventerò un Buddha?", ghigno.
Era ovvio che avrei preso la seconda opzione, no?


Il volto di Eco rimane immobile, scolpito nella sua espressione di serietà letale.
"Vuol dire che forse sarebbe meglio che ti cercassi un altro nome"
"Perché?"
"Perché ti dico che è meglio così, fidati"

Il barista ci guarda per un attimo, poi riprende a sentire la radio. Aumenta leggermente il volume. Un pezzo hip hop scivola dalle casse stereo direttamente nell'anonimato.


"Perché ti dico che è meglio così è una spiegazione veramente del cazzo"
Eco annuisce. "Sto solo cercando di evitare che tutto prenda la stessa piega della volta scorsa"
"Quale volta scorsa? Qualcun altro ha preso questo nome?"


Eco si alza, guarda l'orologio. Giurerei che si è portato dietro un orologio solo per poter fare questa scena. "Si è fatto tardi. Ci faremo vivi noi, per ufficializzare il tuo ingresso"
Molto massonic-style, penso. Me lo tengo per me, che l'atmosfera non mi pare delle migliori.

"Eco, cosa stai cercando di..."
"Ti dico solo questo - mi interrompe lui - Pensaci. Pensaci a quel nome. Non è come mettersi un nick in una chat"
"Questo lo immagino"
"Allora pensaci", dice prima di uscire.

E poi mi lascia lì. Proprio come uno stronzo.

4 commenti:

Raven ha detto...

Nomen Omen.

Fabrizio ha detto...

Fai tu che io mi chiamo "Fabrizio"...

Fab

Fabrizio ha detto...

... e ci ho messo secoli di brainstorming per partorire spacechili...

:P

Tiziano De Martino ha detto...

Ciao H. rispondo sul tuo blog ad una domanda fatta sul mio e scusa il ritardo, ma torno oggi da una breve vacanza al mare. La serenità dell'Incertezza è un romanzo che ho scritto per intero su un moleskine di getto in tre mesi scarsi. I pochi che l'avevano letto (avendo gradito il plot e la storia) mi hanno suggerito quantomeno di trascriverlo in word perchè alla lunga sul taccuino la lettura era faticosa. Detto fatto l'ho trascritto e corretto diverse volte; poi al passaggio da un Notebook vecchio ad uno nuovo più potente quando sono andato a controllare nell'hardisk esterno su cui avevo salvato tutti i miei documenti ho impallidito perchè avevo perso più della metà del racconto! sinceramente la cosa mi ha "ammazzato" e sono rimasto per quasi un anno senza neanche aprire la cartella dei file. Ora ci sto rimettendo mano, ma ho timore che non sia lo stesso...Ora ti starai chiedendo perchè non prendo il moleskine e ricopio come ho fatto la prima volta? beh...non ci crederai, ma non so che fine abbia fatto! ho cercato dappertutto in casa, a lavoro, ma niente! allora ho cominciato a credere che questo romanzo (dedicato ad un amico scomparso) non deve essere portato a termine... o almeno non ora...come accade a DYD con il Galeone...ti ringrazio comunque per i complimenti (che ricambio) e stasera posto un altro piccola parte del racconto...
P.S. il tuo racconto è avvincente...continua così!!!