lunedì 14 luglio 2008

Capitolo sette. Saranapaladacama

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Alle 21 mi vengono a prendere.
Alle 21 e 5 sono su una Toyota nera, con una benda sugli occhi.
"E' un cliché, quello dell'iniziando bendato che viene portato chissà dove - dice Eco, davanti a me, al volante - I cliché sono i nostri rituali. La nostra messa, più o meno".

"E poi chissà. Potremmo ucciderti adesso, sai?" mi soffia Regina accanto. Non mi ero accorto di averla vicino, nel sedile posteriore. La voce le si è fatta morbida di un desiderio inespresso. "Potremmo ucciderti, nascondere il cadavere da qualche parte"
Mi sento come se sfregassero un fiammifero, da qualche parte dentro di me. Non so se ho paura o se sono molto eccitato.
"Prima o poi vi verrebbero a cercare. Sapete come finiscono queste cose"
La voce di Regina si fa le unghie sulla mia paura. "Sì. Tu però saresti morto lo stesso, sia che ci vengano a cercare o no"
Eco mi interrompe, poco prima che apra la bocca per replicare. "Perchè forse siamo diversi da come ci immagini - dice - Forse siamo come quei matti omicidi che non si pongono problemi sulle conseguenze. Magari andiamo avanti, finché possiamo e finché non ci scoprono"

Anche se non posso vederli, riesco a percepire un'attesa alitata, sospesa attorno a noi. I loro sorrisi, nel buio della benda, si allargano in mezzelune taglienti quanto il ghigno del Gatto del Cheshire. Tutto il mondo si fa storto e privo di baricentro, azzoppato. Credo abbia anche finito di girare ma, finchè ho questa benda addosso, non posso esserne certo.
Regina preme una mano sul mio ventre. Le sue unghie sono decisamente più lunghe di come le portava, quando ci siamo conosciuti.
Soffia un respiro proprio vicino al mio orecchio.

Ma quando ci siamo conosciuti? Più ho l'impressione che mi si stiri a fianco, più mi sento stupido e in compagnia di estranei. Perfetti estranei.

"Magari è come dite. Magari anche far paura fa parte del cliché. Magari è..."
"Magari, magari...", risponde Regina. Per me, sta sorridendo.

Passa un tempo che potrebbe essere mezzora come un'ora, come dieci minuti. Minuti di silenzio assoluto, in cui le facce dei miei compagni rapitori sono i loro respiri. Lento e tranquillo, lieve, quello di Regina. Un po' più marcato e pesante, un po' più nervoso, quello di Eco.
E il mio? Se qualcuno potesse sentirlo, sarebbe un respirare diffidente, tenuto sommesso a forza.

"Ti piacciono i fumetti di supereroi?", mi chiede Regina.
Non so con che tono dovrei rispondere, vista la situazione. Dico un raggrinzito.
"Sei più per i buoni o per i cattivi?"
"I buoni, direi. Almeno cercano di migliorare le cose"
Regina sbuffa una risata.
"I buoni non migliorano niente. Hai mai visto Capitan America che migliora qualcosa? o Superman? o l'Uomo Ragno? Voglio dire... nemmeno gli X-Men, che dovrebbero essere quelli più arrabbiati socialmente, fanno nulla per cambiare il mondo"
"... beh, perchè..."
"Perchè sono i cattivi, che vogliono cambiare la società. Alcuni lo fanno per i loro interessi, altri contrario sono degli idealisti. Ma se c'è una cosa che accomuna il Dottor Doom e il Joker, è proprio questa. Non si fermano davanti a niente, nessun compromesso, nessun vorrei ma non posso. I buoni, invece, fondano tutto sempre e solo su quello. Dovere comune contro impulsi personali"

Eco si fa una grassa risata.
"E quindi, Hanuman, benvenuto tra i cattivi".
Poi, la macchina si ferma.

4 commenti:

Raven ha detto...

Buon compleanno (meglio tardi che mai ^_^)

Tiziano De Martino ha detto...

Sempre ottimo ritmo e racconto coinvolgente...

Cristiano Brignola ha detto...

graziea entrambi, sia per gli auguri che per i complimenti! ^__^

ANTONIO ha detto...

Buon compleanno e complimenti!!!